TANZANIA
Ci siamo sentiti (quasi) dei Mr Livingstone
Abbiamo risparmiato parecchio per concederci un viaggio che fosse davvero disegnato per noi e sui nostri desideri. Amiamo la natura, ci piace capire come vive la gente e la fotografia è il nostro modo per portarci il ricordo nel tempo.
A questi prerequisiti ci è stato proposto un viaggio in Tanzania che, almeno inizialmente, ci ha fatto storcere il naso. Di fatto pensavamo solo a Zanzibar ed a gruppi di turisti impacchettati a Milano e trasferiti in un albergone sulla spiaggia a mangiar pasta da un buffet: magari non è neppure vero, comunque siamo stati convinti da un progetto davvero accattivante.
In primo luogo non abbiamo volato direttamente su Dar Es Salam, ma su Nairobi, dove abbiamo giusto passato una notte. Da li, in una macchina con autista (c’era anche la possibilità Bus), dirigendoci verso il Kilimangiaro e la frontiera tra i due paesi. La frontiera è stato un vero momento topico del viaggio, a contatto con quel “mondo reale” che noi turisti “evoluti” tanto teoricamente amiamo. Dovete immaginare una confusione totale di camion e bus stracarichi, militari armati fino ai denti che prendono bagagli sospetti e li fanno aprire per terra nella polvere, urla ovunque. Per i soli bianchi è previsto un trattamento di favore e si viene accompagnati in un salone coperto, dove si consegnano i passaporti e si attende pazientemente di essere chiamati per pagare una tassa d’ingresso. Due ore lunghissime, ma alla fine siamo usciti ed abbiamo preso l’auto tanzaniana, perché quella keniota ci aveva scaricati a 50 metri dalla sbarra.
Finalmente ad Arusha, da dove abbiamo iniziato un fantastico viaggio di 6 giorni alla scoperta dei parchi del Nord, iniziando da quelli definiti come minori, quindi Lake Manyara e Tarangire, poi il Serengeti ed infine Ngorongoro. A nostra disposizione una Toyota Land Cruiser recente, una guida-autista eccellentemente preparato. Volendo avrei potuto guidare per parte del percorso, certamente caratteristico e quasi completamente in fuoristrada, ma l’attenzione era cos’ calamitata all’esterno da non essere neppure presa in considerazione. Non stiamo a raccontarvi quanti animali, che belle albe o incredibili tramonti abbiamo trascorso quasi in trance: abbiamo vissuto dentro ad un documentario. Ngorongoro è pazzesco: la sera precedente abbiamo preso alloggio in un hotel posto sul ciglio del cratere, rivolto verso l’interno ed al tramonto dal pratico e con i binocoli cercavamo di individuare gli animali, che sembrano minuscoli e rari punti su una tavolozza verde. L’indomani , giunti alla base di partenza, un’esplosione assurda, di varietà, numeri e dimensione degli animali. Decine di elefanti, rinoceronti bianchi e neri, gruppi di leoni, sciacalli, iene…tutto e ovunque.
Abbiamo lasciato estasiati il Nord con un piccolo aereo da turismo, una specie di taxi, che via Dar Es Salam, Zanzibar, ci ha portati in quello che per noi era lo sconosciuto Selous. Fantastico!
Siamo stati alloggiati in un Camp sulla riva del fiume Rufiji, dormendo in tende di grandi dimensioni, dotate di letto matrimoniale, con bagno privato e doccia interne. Un lusso inatteso ed un trattamento da hotel a 5 stelle, con un paio di cene su una terrazza in legno rivolta verso il fiume che certamente non potremo dimenticare. Comunque il Selous è stato una sorpresa sotto tutti i profili. Abbiamo partecipati ad un Safari in barca, cosa abbastanza insolita, ed avuto incontri ravvicinati con i colossi d’Africa: gli ippopotami…a decine. Nel Selous abbiamo speso 2 notti, prima di ripartire per qualche giorno di riposo al mare. Niente Zanzibar per noi ma Mafia.
Un piccolo bellissimo lodge sulla spiaggia, in un’area bellissima posta in un Parco Marino, dove purtroppo siamo stati solo 4 notti. Avrebbe meritato molto di più perché il reef è notevole e, magari, una settimana dedicata alle immersioni non sarebbe stata male.
In generale straconsigliamo il viaggio che, anche se economicamente dispendioso, vale la pena di essere vissuto
Marco & Gabri